Lega, adesso basta!

Ecco, ci risiamo.

 

La Lega durante l’ultimo consiglio comunale del 30 settembre, per la terza volta consecutiva, si è alzata dai banchi impedendo la rappresentanza politica dei suoi elettori. E, come altre volte, è stata l’occasione per lanciare accuse pesanti, personali, non circostanziate e poi darsi alla fuga, sottraendosi al confronto diretto con gli altri esponenti del consiglio.

Ci domandiamo: ma è questo il modo di rappresentare i cittadini aresini nell’unica sede istituzionalmente deputata al confronto democratico e al dibattito politico? Per quanto tempo i cittadini possono ancora tollerare questa offesa innanzitutto all’istituzione, quel luogo dove si prendono le decisioni importanti per la nostra città, istituzione che viene ripetutamente spregiata e depauperata nelle sue funzioni per assenza di una parte significativa della minoranza? Come è possibile riavvicinare i cittadini alla politica, quando anche a livello locale abbiamo eletti che percepiscono l’indennità - che per quanto minima è pagata pur sempre con i soldi dei nostri concittadini contribuenti - per poi sottrarsi al lavoro per cui la percepiscono?

A questo aggiungiamo che non ci preoccupa il fatto di avere posizione diverse, ma non tolleriamo più che il Sindaco, il Presidente del Consiglio, gli Assessori e i Consiglieri di maggioranza siano presi a turno di mira con accuse infondate e soprattutto con un linguaggio offensivo.

Si è dimenticata la Lega che l’opposizione si fa a partire da idee e proposte per la città e con l’esercizio del controllo dell’azione amministrativa e non sugli attacchi personali? Forse che entrare nel merito delle delibere, approfondire le questioni, partecipare alle commissioni sia più impegnativo che non sferrare all’occorrenza qualche battuta offensiva e insinuazioni gratuite?

Ecco, per noi, il modo in cui si sceglie di esercitare il proprio ruolo, anche a livello locale, e il linguaggio che si utilizza, esprimono di per sé una posizione politica. Modi e linguaggi, quelli usati della Lega, che rigettiamo e da cui prendiamo ampiamente le distanze. Siamo certi che con noi ci siano tanti altri aresini.